Autoinduttanza | Definizione, calcolo e caratteristiche

L’Induttanza: Un Principio Fondamentale dei Conduttori Elettrici

L’induttanza è una proprietà essenziale dei conduttori elettrici, che misura la loro capacità di immagazzinare energia in un campo magnetico quando una corrente elettrica vi scorre attraverso. Tipicamente rappresentata dal simbolo “L”, l’induttanza si misura in unità denominate henry (H). La generazione di un campo magnetico intorno al conduttore si verifica a causa del flusso di corrente. Se la corrente cambia, anche il campo magnetico subisce una variazione, inducendo una forza elettromotrice (FEM) o tensione attraverso il conduttore, che si oppone al cambiamento della corrente. Questo fenomeno è noto come induzione elettromagnetica ed è alla base del concetto di induttanza.

Due Tipi di Induttanza

Induttanza Propria: L’induttanza propria si riferisce all’induttanza di un singolo conduttore o bobina, dove il campo magnetico variabile generato dalla corrente che scorre attraverso il conduttore induce una tensione attraverso lo stesso conduttore. Questa tensione, nota come FEM autoindotta, si oppone a qualsiasi cambiamento nella corrente. L’induttanza propria di una bobina è determinata principalmente dalla sua forma, dimensione, numero di spire e dal materiale del nucleo (se presente) intorno al quale è avvolta la bobina.

Induttanza Mutua: L’induttanza mutua si verifica quando due o più conduttori o bobine sono posti in prossimità, e il campo magnetico variabile generato dalla corrente che scorre in un conduttore induce una tensione attraverso gli altri conduttori. Questa tensione, nota come FEM indotta mutualmente, dipende dall’orientamento relativo e dalla distanza tra i conduttori e dalla loro induttanza individuale.

Induttanza Propria

L’autoinduzione è un fenomeno che si verifica all’interno di una singola bobina o induttore quando un cambiamento nella corrente che vi scorre induce una FEM all’interno della bobina stessa. Ciò avviene perché il campo magnetico generato dalla bobina cambia insieme alla corrente, e questo campo magnetico variabile induce una tensione nella bobina secondo la legge di Faraday dell’induzione elettromagnetica. La FEM indotta si oppone al cambiamento della corrente, come descritto dalla legge di Lenz.

L’induttanza propria, nota anche semplicemente come induttanza (L), è una misura della capacità della bobina di opporsi ai cambiamenti della corrente dovuti all’autoinduzione. È definita come il rapporto tra la FEM indotta e il tasso di variazione della corrente attraverso la bobina:

FEMindotta = -L * (dI / dt)

dove:

FEMindotta = FEM indotta nella bobina (V)
L = Induttanza propria (H)
dI/dt = Tasso di variazione della corrente attraverso la bobina (A/s)
L’induttanza propria di una bobina dipende dalla sua geometria, dal numero di spire, dalla distanza tra le spire e dal materiale del nucleo (se presente). Per una bobina solenoide con nucleo d’aria, l’induttanza può essere calcolata utilizzando la seguente formula:

L = (μ * N2 * A) / l

dove:

L = Induttanza propria (H)
μ = Permeabilità del vuoto, approssimativamente 4π x 10-7 H/m
N = Numero di spire nella bobina
A = Area della sezione trasversale della bobina (m2)
l = Lunghezza della bobina (m)
Questa formula presuppone una bobina uniforme con un’area trasversale costante e spire equidistanti. Per altre geometrie di bobina o in presenza di un nucleo magnetico, il calcolo può essere più complesso.

L’induttanza propria è una proprietà importante in vari circuiti elettrici ed elettronici, come induttori, trasformatori e carichi induttivi come motori e solenoidi. Influendo sulla risposta transitoria e stazionaria dei circuiti, causa ritardi temporali e sfasamenti nelle correnti alternate. I progettisti devono considerare gli effetti dell’induttanza propria per garantire il corretto funzionamento dei circuiti e prevenire effetti indesiderati come picchi di tensione e oscillazioni.

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